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MARIA DI GAETANO FERRARA

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MARIA DI GAETANO FERRARA:

Nata ad Alcamo il 21 dicembre 1927

Frequenta il ginnasio presso il Liceo "Classico" Cielo d'Alcamo", quando nel 1942, essendo state chiuse le scuole anzitempo, a causa del secondo conflitto mondiale, la sua famiglia per evitare i pericoli dei bombardamenti, si trasferisce in una zona, lontana dalla città. Lì Maria Di Gaetano, allora adolescente, pur tra ansie e timori, vivendo immersa nella natura, tenta i primi versi e fra l'altro, avendo l'occasione di ascoltare la parlata in lingua locale, infiorata di detti e di proverbi, di non poche persone, notandone la veridicità e la piacevolezza, comincia ad annotarli. Completati più tardi gli studi liceali, si scrive alla facoltà di Lettere Classiche, presso l'Università degli Studi di Palermo e nel 1952 consegue la Laurea con 110/110. Nel 1953 nella stessa Università di Palermo consegue con 30/30 il Diploma di Specializzazione Didattica per l'Emigrazione e la Colonizzazione dell'Africa e nel contempo ricopre la cattedra di Latino e Greco presso il Liceo classico di Trapani. Nel 1954 consegue con 30/30 il Diploma di Specializzazione Didattica - Perfezionamento - per il medesimo fine. Dal 1954 al 1956 insegna Latino Storia e Geografia presso l'Istituto Magistrale di Alcamo. Abilita per l'insegnamento di materie letterarie nelle scuole secondarie di I grado e successivamente per insegnare Lettere Latine e Greche e Lettere Italiane e Latine nei Licei, continua la sua carriera di docente nella sua città, conciliando armonicamente scuola, famiglia e poesia, senza trascurare peraltro la sua raccolta di proverbi e detti siciliani, iniziata durante il secondo conflitto mondiale che non manca di accrescere e curare con amore. Nel 1968 M. Di Gaetano vive le ansie del terremoto che seminò morte e distruzione in tutta la provincia di Trapani come ricorderà più tardi su "nell'Ora che tace" - 14 Gennaio 1968 - /Il mattino/ promise alla terra/messi d'oro/ - /La notte / la scosse/e maturò/spighe nere/per adornare/case peste/. Nel 1972 M. Di Gaetano, chiamata come giudice popolare, a prestare servizio per la prima sessione della Corte di Assise di Appello di Palermo, fa nuove esperienze. Paremiologa, scrittrice e poetessa in lingua e in vernacolo, dopo la prima Medaglia d'Oro e l'Oscar conseguiti con "Nell'Ora che tace" (liriche in lingua) 1980, opera che non avrebbe mandato alle stampe, se non fosse stata più volte incoraggiata dagli amici, nel 1984 pubblica "Frammenti di Saggezza popolare" (proverbi e detti siciliani con versione in lingua) e nel 1988 "Sicilia Nostra" (proverbi e detti siciliani con commento). Seguono "Sussurri del vento" (liriche in lingua) 1990, "La Cueti" (liriche in dialetto siciliano) 1995, "Sulle ali del sogno" (liriche in lingua) 2004, "Oasi" (liriche in lingua) 2008, "Colori della mia terra" 2011 (detti e proverbi siciliani) edizione accresciuta via via negli anni, arricchita da didascalie e guarnita da sue liriche, considerata dai critici, opera poetica e scientifica con la quale si è recuperato un vasto patrimonio linguistico siciliano. "Volti e canti di Sicilia" (miscellanea di prose, storia e poesia) 2011. Maria Di Gaetano Ferrara è presente nell'Albo d'Oro dell' "Accademia Costantiniana", nell'Associazione dei poeti dialettali "Cielo d'Alcamo", in periodici di cultura, in numerosissime antologie di poeti contemporanei e in altre in uso presso Istituti scolastici. Per le sue opere, definite gioielli poetici, ha conseguito notevole fama e prestigiosi premi ai tanti concorsi nazionali ed internazionali cui ha partecipato. Le sue liriche, per la genuinità della creazione, la delicatezza dei sentimenti, la pittoricità delle immagini e delle descrizioni, la capacità di manifestare quanto si cela nelle realtà esistenti e per il musicale fluire dei versi, raggiungono un alto livello poetico. La Di Gaetano non esalta soltanto l'incantevole bellezza della Sicilia con i suoi borghi e le sue periferie, la natura, gli affetti, i valori ma ama la vita e con dolcezza di canto, velato di malinconia, trae ispirazione da quanto la circonda e dalla problematica del tempo in cui viviamo, stressati dalle ansie, dalla vertiginosa vita quotidiana e dalla travolgente civiltà tecnologica; vivo però è in lei l'anelito di un mondo più sereno e pacifico, come scrive in Oasi, "Speranza" Conflitti, aggressioni/ spiacevoli atti di terrore/scolorano orizzonti/disperdono speranze. /Eppure in tanta gente,/c'è anelito di pace,/amore per la vita,/per oppressi e indigenti. /E' questo che talora/ci conforta e ci consola. /E' questo che riapre/ il cuore alla speranza/che amore, giustizia e tolleranza/affratellino popoli/d'ogni credo e d'ogni razza/per attendere concordi/alle eccelse opere di pace. E in "Sulle ali del sogno" "Pomeriggio invernale" /Udire nel silenzio, /crepitare il camino,/leggiucchiare qua e là/sul giornale un trafiletto,/un annuncio, un articolo;/di tanto in tanto/osservare dal vetro,/il volteggiare annoiato/dei fiocchi di neve,/sotto livore di cielo./Su colline, vallate/su tetti e strade assonnate/leggeri s'adagiano senza rumore/a tutto donando/uguale candore./Tace ogni voce,/vicina, lontana./In tanto silenzio/fra tanto splendore/il mondo pare rapito/da un dolce sopore./ Da "Sussurri del vento" - "Eri una casa fuori città" /Sciolta dal groviglio di strade,/lontana da ogni frastuono/t'aprivi sul verde dei prati;/trasognata, miravi tramonti accendersi sul golfo, galassie/dissolversi in albe adorne di voli./Inquieti e baldi ,inattesi/giunsero un mattino manovratori/ di abilissimi congegni .Stupita, travolgere vedesti/primavere, cancellare campi/e dopo poche lune, intorno/elevare costruzioni altere/che alla dea Speculazione/ consacrate, le bellezze eterne/dal mirar t'esclusero. Torna a ripetersi la poesia/delle stagioni, torna il creato /a splendere di luce ma a te,/dolce nido d'anime,/a sera ride, soltanto/un serto di lontane stelle. Per la Sicilia che esalta in modo sempre nuovo così scrive: "Dolce terra di musica e di poesia"/Bella è la mia terra/con i paesini in braccia/ alle montagne, i castelli/saraceni sulle alture/e le tonnare che s'aprono sul mare./ Insigne è la mia terra/per le città, ricche di glorie,/e di giardini, per le cupole/rigonfie sulle chiese/e per i templi millenari,/elevati al cielo di cobalto./Sobria è la mia terra/nei suoi borghi taciti, onesti……. e rivolgendosi "Ad un ragazzo dell'est europeo" concluderà /Quando avrai conosciuto la mia terra,/l'armonia dei silenzi,/i luoghi per antiche memorie/venerandi, anche tu/scioglierai per lei un dolce canto./ La Di Gaetano, è stata presidente e ha fatto parte di giurie in concorsi letterari nazionali. Invitata con le sue liriche in ambienti culturali locali, di Palermo e di non poche città oltre che in Istituti scolastici, si ferma a parlare del valore edificante della poesia.


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Questa scheda è stata tratta dal libro FRA PANTALEO

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