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EUGENIO DE ROSA

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EUGENIO DE ROSA:

Nasce a Calitri (AV) il 16 Gennaio 1884
Muore a Trapani il 12 febbraio del 1961

Spesso attraversiamo le strade del mondo con un destino di ombre, lavoriamo per gli altri, spesso con sacrifici e sofferenze, poi avviene che nessuno si ricorderà più di noi. Solo coloro che hanno avuto la possibilità o la furbizia, o la vanagloria, saranno almeno ricordati nei viali dei cimiteri storici con tombe ben disegnate architettonicamente e belle a guardarsi. E questo fin dall'antichità, fin dal tempo degli egizi e via di seguito.
Di questo passo ci vengono incontro i ricordi scolastici con le odi foscoliane, i sepolcri di Ugo ci fanno tornare sui banchi di scuola. Dove sono le ceneri di Metastasio? Anni fa il Corriere della Sera cercava inutilmente la tomba del padre di Einstein che aveva lavorato a Milano ed era morto nella grande metropoli lombarda.
E ci fanno tornare sugli alti banchi di legno, pitturati di grigio, in quelle aule che erano state dei padri gesuiti e dei loro allievi, in quel bellissimo convento della Loggia, dal quale hanno fatto sloggiare il mitico Ginnasio-Liceo, intitolato al grande scienziato trapanese, l'idraulico Leonardo Ximenes. Io credo che ancora non era venuto il momento di far uscire fuori dall'antico edificio, opera di un grande architetto, gli alunni e gli insegnanti del liceo più esclusivo della città, dove studiarono personaggi illustri, da Gentile a Rodolico e poi tutti gli altri. La moda dell'oggi ha stornato una generazione di alunni verso altri istituti, ritenuti arbitrariamente più proficui per l'educazione dei giovani.
Oggi il liceo classico "Ximenes" non ha più una sede ed ha soltanto due sezioni e mezza.
Anche gli insegnanti del liceo, a mio avviso, sono gli ultimi. Sono dei sopravvissuti e forse si guardano in faccia; spero che possano recitare il coro di una tragedia greca, e facciano uscire dal terrazzo della sede dell'ex ammiragliato, caserma della regia marina, dove attualmente è collocato l'istituto, un "deus ex machina", liberatore, forte auspicio per una città sonnolente, ma bellissima come Trapani.
Sono a conoscenza che esiste un comitato "pro Liceo" che sta lavorando. Mi auguro che possa fare qualcosa. Quando si trattò di impedire la distruzione della caserma Fardella per dare una nuova sede alla Questura, il comitato folto e rappresentativo, promosso dal Centro Studi Benedetto Croce, presieduto da Francesco Braschi, non riuscì nell'intento. L'appello inviato alle autorità ministeriali competenti e che era stato redatto dallo scrivente insieme ad un gruppo di intellettuali, rimase lettera morta. Ricordo che era stato sottoscritto da grandi personaggi della città e da uomini di cultura del territorio del trapanese.
Sono andato a trovare un amico insegnante presso il Liceo ed ho rivisto alcuni cimeli dell'istituto, come il famoso tavolo a ferro di cavallo della sala riunioni. Troneggiavano ad un parete i ritratti fotografici dei presidi della scuola, da Castaldi a Pio D'Aleo. Li ho guardati attentamente e tanti ricordi sono affiorati; ho rivisto il mio primo preside Pietro Ruggieri, padre dell'amico carissimo Gioacchino Aldo Ruggieri e poi mi sono soffermato a guardare due figure significative, Eugenio e Corrado de Rosa, padre e figlio. Ho conosciuto entrambi, ma in una maniera diversa e particolare. Corrado De Rosa (nato a Foggia il 14.6.1916) è stato il mio preside e nello stesso periodo in cui era divenuto Presidente della Provincia. Mi faceva chiamare in Presidenza ogni qual volta l'istituto aveva bisogno di un piccolo giornalista scolastico, in occasione di eventi annuali o ricorrenze. Mi invitava a scrivere un articoletto da consegnare nelle mani del redattore del Giornale di Sicilia, Arcangelo Palermo, oppure mi inviava presso la direzione del Trapani Sera, per lo stesso motivo, previa presentazione di un biglietto accompagnatorio. Si fidava e devo confessare che questi inviti mi gratificavano. Così iniziò la mia piccola carriera giornalistica. Nonostante tutto fu un buon esercizio di scrittura; rimase la fiducia e la simpatia tra me e il professore (di filosofia, ma anche era in possesso di una laurea in giurisprudenza che forse non utilizzò mai). Ma il personaggio che cominciò ad interessarmi più tardi fu proprio il padre Eugenio, di cui si diceva che fosse stato un grande latinista e preside della scuola fino all'avvento del Ruggieri. Un giorno dei primi anni settanta, allorquando ero divenuto bibliotecario del Comune, il Cav. Giliberti, libraio emerito con negozio di fronte la Villa Margherita e fornitore di tante istituzioni, compresa la nostra, mi donò un libro rarissimo e prezioso, il "De Litteris Latinis" di Eugenio De Rosa. Una letteratura latina scritta in lingua latina, ben 500 pagine intense. L'opera fu poi da me donata alla Biblioteca. Il volume era stampato nel 1927 in prima edizione a Trapani dall'Officina Tipografica Radio di Gustavo Ricevuto e poi nel dopoguerra, nel 1948, a Palermo, dalla tipografia Boccone del Povero. Il titolo dell'opera è il seguente: "Eugenii De Rosa/De Litteris Latinis/ Commentarii/ ad criticam artis rationem exacti/locis quibusdam retractatis/ et locupletatis/iterum imprimuntur/ Panormi/ apud Academicam Officinam Tipographicam/ Servorum Pauperum/ anno MDCCCCXLVIII." Dimenticai per un certo periodo il De Litteris Latinis per altre cose più contingenti, ma un giorno mi venne il desiderio di riavere una copia del libro. Impresa impossibile, tuttavia un giorno, durante un viaggio, mi venne incontro un antiquario libraio che mi vendette una copia in suo possesso. Il prezzo fu alto, ma il desiderio era stato appagato. I bibliofili amano le imprese folli, non dimentichiamo le imprese dell'Accademico Bonnard di Anatole France o di altri amanti del libro.
Ma chi era Eugenio De Rosa? Rare tracce si ritrovano della sua vita. Nacque a Calitri, nella provincia di Avellino, il 16 gennaio del 1884 e nel 1919 fondò il Partito Popolare Italiano ad Avellino. Laureato in Lettere Classiche, insegnò giovanissimo al Ginnasio-Liceo di Trapani, poi a Foggia in Puglia. Ritornato in Sicilia, dove aveva sposato Anna Fontana (Erice 20.12.1884- Trapani 25.9.1963), divenne ordinario di lettere nel ginnasio superiore B. In quel tempo pubblicò discorsi e conferenze d'occasione. Nell'anno scolastico 1923-24 divenne vincitore del concorso d'italiano e latino nei licei. Subito occupò a Trapani, presso lo Ximenes, la cattedra d'italiano e latino nella sezione B. Del Liceo divenne poi Preside e morì a Trapani il 12 febbraio del 1961. Uno dei primi popolari italiani, un padre fondatore, fu anche componente del Consiglio nazionale del PPI al Congresso di Bologna del 1919. Ad Eugenio De Rosa, la scuola trapanese dedicò una sede di Scuola Media, nei pressi del Lungomare Dante Alighieri. Oggi questa sede è stata reintitolata al magistrato ucciso dalla mafia, Giangiacomo Ciaccio Montalto che del Liceo Ximenes è stato anche lui ottimo alunno. A questo punto mi sono chiesto se ad Eugenio De Rosa fu intitolata una scuola per essere stato democristiano, così come il figlio Corrado che fu consigliere comunale della Democrazia Cristiana dal dopoguerra fino al 1960 e poi consigliere provinciale e Presidente della Provincia? Io credo che sarebbe veramente riduttivo il pensarlo, anche perché Eugenio De Rosa fu uomo di scuola e grande studioso della Lingua Latina, così come Ignazio Poma e Luigi Ferrari, grande grecista. Ma nel tempo imbarbarito e impazzito di oggi, mi si pongono alcune considerazioni, direi sociologiche. I partiti che avevano fondato la nascita della nostra Repubblica, dopo le lotte contro il fascismo durante il ventennio, non ci sono più. Nel 1992 è scomparso un mondo ed è nato il caos ed il niente, l'avventurismo ed il qualunquismo più sfrenato. Sull'onda dell'emozione la toponomastica, specialmente nel periodo più critico della lotta alla mafia, ha subito modifiche interessanti e radicali. Tuttavia mi sono chiesto con infinità pietà (la pietas dei latini) che colpa aveva il nostro preside Eugenio De Rosa per avere avuto intitolata una scuola (fenomeno rituale molto conclamato) che poi gli è stata ritolta senza alcuna giustificazione, per dedicarla al giovane magistrato che tutti avevamo conosciuto ed apprezzato ed anche rimpianto. Queste brutali intitolazioni venivano un tempo applicate dal governo fascista che dedicava piazze e strade ai suoi quadrumviri. D'altronde il Lungomare Dante Alighieri era stato dedicato, per chi l'avesse dimenticato, al fratello del Duce, Arnaldo Mussolini.
Oggi le intitolazioni sono, quindi, a tempo determinato!. Riparare tutte le ingiustizie subite dagli uomini destinati a divenire ombre che vagano sui tetti della città, non è impresa facile.
Per questo motivo oggi pubblichiamo integralmente su questo sito il De Litteris Latinis, con l'auspicio e la speranza che i trapanesi non dimentichino il Liceo-Ginnasio "Leonardo Ximenes", i suoi presidi ed i suoi insegnanti che hanno sacrificato la loro vita per l'educazione dei giovani di tante generazioni.

Alberto Barbata

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Questa scheda è stata realizzata da Alberto Barbata

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