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FRANCESCO D'AGUIRRE

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FRANCESCO D'AGUIRRE:

Nasce a Salemi il 7 Aprile 1682
Muore a Milano nell'anno 1753

Una delle figure emergenti del Settecento nostrano fu Francesco D'Aguirre.
Anche lui fece parte di quella schiera d'intellettuali che emigrarono in Piemonte al seguito di Vittorio Amedeo di Savoia.
Nato il 7 aprile 1682 a Salemi (TP), D'Aguirre dimostrò subito le sue inclinazioni verso le discipline giuridiche. Nel 1710, da qualche tempo già laureatosi in Legge a Palermo, fu nominato Maestro Razionale nella Regia Gran Corte dei Conti di Palermo. Nel 1713 fece parte della Giunta degli affari ecclesiastici di Sicilia, dove riuscì ad affermare con grande intelligenza la sua dottrina giuridica. Infatti sostenne, nella cosiddetta "controversia lipariana" i diretti regi contro le pretese della curia pontificia. Nel 1714, su invito del Vittorio Amedeo si trasferì a Torino assieme al collegio Nicola Pansabene.
Qui furono incaricati della ristrutturazione dell'Università. Regalista e anticurialista eliminò subito tutte le remore di ordine gesuitiche e aprì la strada alla cultura europea. Via via fu poi nominato, Avvocato fiscale, Censore dell'Università e Sovrintendente generale dell'insegnamento statale.
L'opera svolta dal D'Aguirre, per l'epoca, fu molto razionale e nello stesso tempo rivoluzionaria. A Torino fondò un "Collegio delle Province" per gli studenti liceali, dove i più meritevoli erano ammessi gratuitamente. Fece poi affluire all'Università, ben diciotto professori di chiara fama e infine istituì in tutto il Piemonte, trentadue Collegi di Stato, così da garantire il diritto allo studio a tutti.
La riforma di D'Aguirre fu preferita a quella del Maffei anche se il suo lavoro in tre volumi "Della fondazione e ristabilimento degli studi generali in Torino" fu pubblicato solamente nel 1901 da Ignazio Lampiase a spese del comune di Salemi.
"Ma la riforma del D'aguirre appare ancora più notevole, quando si pensi che, già nel 1717, essa si basava su due principi fondamentali, e per allora veramente rivoluzionari: la creazione di un insegnamento laico, e l'organizzazione di un insegnamento pubblico uniforme in tutto il Piemonte".
Tuttavia i suoi atteggiamenti innovativi gli procurarono tante ostilità da parte di molti intellettuali piemontesi tanto da dover emigrare. Passato poi sotto l'imperatore Carlo VI d'Absburgo (1730) si trasferì a Milano, dove rimase fino alla morte. Fu Primo Reggente del Supremo Consiglio di Spagna a Vienna, Prefetto del censimento nelle province lombarde e questore del Consiglio di Milano. Morì a Milano nel 1753.


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Questa scheda è stata realizzata da Alberto Costantino

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