GIROLAMO CARUSO:
Nasce ad Alcamo il 18 settembre 1842
Studiò a Palermo e si laureò a Napoli nel 1861.
Fu per breve periodo volontario nel genio militare e nel 1864 venne nominato professore di Agraria e direttore della Scuola di agricoltura di Corleone, donde nel 1867 passò all’Istituto tecnico di Messina come insegnante di Economia rurale ed Estimo.
Nel 1871, in seguito a concorso, successe a Pietro Cuppari nell’insegnamento dell’Agronomia, agricoltura ed economia rurale della R. Università di Pisa e nella direzione dell’annessa Scuola di agraria; e questo posto tenne fino al 1917, quando fu collocato a riposo per limiti di età e nominato professore emerito.
In questo periodo dedicò tutta la sua attività all’insegnamento, alla sperimentazione e alla dimostrazione agraria in modo da lasciare nel campo dell’agricoltura italiana un’orma veramente indelebile.
Sotto la sua sapiente direzione la Scuola superiore di agraria di Pisa raggiunse il suo apogeo e divenne uno dei primi istituti del genere, dal quale uscirono numerosissimi allievi, i quali seppero applicare, continuare ed estendere in Italia e fuori le dottrine e le opere del maestro.
Per ciò che riflette gli studi di carattere agronomico ed economico-agrario, si può ben dire che Girolamo Caruso fu, con Cosimo Ridolfi e con Pietro Cuppari, uno dei pochi che con amore e con fede di apostolo si dedicassero alla redenzione dell’agricoltura nazionale in un tempo in cui lo studio delle agrarie discipline era dai più negletto.
Egli fu uno dei primi ad applicare all’arte dei campi quel metodo sperimentale che sì potentemente ha contribuito a trasformare quell’“Arte antica” in “Scienza nuova”.
L’attività scientifica di Girolamo Caruso è documentata dalle numerose ed importanti pubblicazioni che superano il numero di 130; esse sono in buona parte inserite negli Atti della R. Accademia dei Georgofili e più specialmente nella pregevole rivista “L’Agricoltura italiana” che egli fondò nel 1875 e che con fervore di apostolo diresse fino al termine della sua esistenza. Ma due suoi lavori emergono in modo particolare e da soli bastano a rendere illustre il nome del compianto agronomo. Il suo classico. “Trattato di agronomia” è anche oggi il più completo ed importante del genere, e la “Monografia dell’olivo” che egli pubblicò vari anni or sono, resterà sempre uno dei testi più importanti sulla coltivazione della preziosa pianta.
La sua attività scientifica fu largamente apprezzata, tanto che egli fu socio emerito della R. Accademia dei Georgofili, socio della R. Accademia di agricoltura di Torino, socio onorario della Accademia di scienze, lettere ed arti di Verona.
E giova altresì rammentare le benemerenze che egli seppe acquistarsi nel Consiglio superiore dell’agricoltura, nel Consiglio superiore del lavoro, nel Consiglio superiore della pubblica istruzione e nel Consiglio compartimentale del traffico, come pure è degna di nota la preziosa attività dedicata all’ordinamento di scuole superiori, istituti tecnici, scuole speciali e pratiche di agricoltura, ecc.
Particolari benemerenze acquistò in Pisa ove nel 1872 fondò il Comizio agrario ed estrinsecò con mirabile tenacia la sua illuminata attività per applicare alla pratica agraria i dettami delle scienze agronomiche e per stabilire una proficua continuità fra l’opera del docente e quella dell’agricoltore.
E il Comizio agrario pisano, ricordando le benemerenze del suo fondatore, nel 1907 volle istituire una speciale fondazione intitolata a Girolamo Caruso per iniziative destinate al progresso dell’agricoltura pisana.
Ma oltreché scienziato di indiscusso valore egli fu buono, e per la rettitudine dell’animo suo, per l’affabile signorilità di modi, si rese caro a quanti ebbero la fortuna di avvicinarlo. E che molti fossero gli estimatori del suo valore scientifico e delle sue doti morali, fu prova lo schietto entusiasmo e il riverente affetto dei colleghi, discepoli ed amici d’ogni regione d’Italia, con cui nel 1907 fu festeggiato in Pisa il suo 35° anno di insegnamento universitario.
E quando si sparse la triste novella della sua morte, fu un lutto per la scienza agronomica, per la cittadinanza pisana e per la nativa Sicilia; ed intorno alla sua bara si raccolse e si manifestò in modo solenne il dolore, l’affetto e la riconoscenza di ogni categoria di persone.
Il Comizio agrario di Pisa volle che le onoranze funebri fossero fatte a sue spese, ed il Municipio di Pisa offrì uno speciale loculo per la sua salma.
L’eco della sua dipartita rimane più che mai viva e profonda. La cittadinanza di Alcamo fece una solenne commemorazione del suo illustre figlio, e dedicò al suo nome una delle migliori piazze della città; e nell’anniversario della sua morte eresse un busto marmoreo allo scomparso.
Ad iniziativa dei discepoli si sta curando la ristampa delle sue migliori opere e si stanno preparando in Pisa degne onoranze al compianto maestro, acciocché nell’aula dove egli istruì ed educò gli allievi di due generazioni, rimanga eterno il suo ricordo.
N[apoleone] Passerini
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