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SALVATORE LILYBEO BILARDELLO

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SALVATORE LILYBEO BILARDELLO:

Nasce il 21 maggio 1899 a Marsala (TP)

BILARDELLO Salvatore detto Lilybeo di Andrea e di Milazzo Laura nato a Marsala (TP) il 21 Maggio 1899, residente a Marsala, coniugato - vedovo con un figlio, ragioniere, ex combattente, comunista. Arrestato il 13 febbraio 1939 per contatti con ambienti antifascisti della Tunisia, con i quali organizzava l'espatrio clandestino di sovversivi e perché sospettato di voler espatriare.
Assegnato al confino per anni tre dalla CP di Trapani con ord. del 30 marzo 1939. La C di A con ord. del 10 luglio 1939 respinse il ricorso.
Sedi di confino: Ventotene, San Demetrio Corone. Liberato il 12 febbraio 1942 per fine periodo e internato.
Periodo trascorso in carcere e al confino: anni tre.
Il Bilardello fin da giovane esplicò attività sovversiva mantenendosi in corrispondenza con Costantino Lazzari, Guido Picelli e Francesco Lo Sardo. A Marsala fu sempre in contatto con la classe operaia.
Diresse la rivista letteraria settimanale - Il pensiero moderno di politica, arti, lettere - e fu corrispondente dell' - Avanti! - e dell' - Avanguardia socialista -.
Nel 1919 si iscrisse al gruppo anarchico - Spartaco - formatosi a Palermo, diresse la Camera del Lavoro di Marsala e organizzò la locale sezione giovanile socialista.
Da alcuni documenti sequestrati a Genova nel 1923 risultò che era il fiduciario del partito comunista per la provincia di Trapani.
Egli fu perciò vigilato e con ordinanza del 3 dicembre 1926 ammonito perché pericoloso per l'ordine nazionale.
Il 4 aprile 1927 fù fermato su richiesta del giudice istruttore presso il Tribunale speciale in relazione ad un processo per l'attività comunista in Sicilia e in Calabria; ma dopo l'interrogatorio fu scarcerato il 22 dello stesso mese.
Il 26 agosto fu arrestato a Marsala e denunciato quale sospetto correo del sovversivo Sturiano per affissione di manifesti pro Sacco e Vanzetti, per contravvenzione al monito e per correità nei delitti di vilipendio alle istituzioni e di incitamento all'odio di classe.
Prosciolto e scarcerato il 19 novembre 1927, il 23 fu sottoposto di nuovo all'ammonizione che terminò di scontare il 2 dicembre 1928.
Nel settembre 1930 in Marsala ebbe contatti con Emi1io Morandi, emissario del partito comunista, arrestato poi a Palermo. Per questo fatto la CP di Trapani in data 24 gennaio 1931 lo sottopose ancora all'ammonizione, da cui fu prosciolto l'11 novembre 1932 in seguito al condono concesso dal duce.
Quale direttore della Banca del Lavoro riuscì a stipulate un compromesso con il commissario prefettizio per la gestione del teatro comunale. Negli inviti personali a cittadini di Marsala per far presente la ripresa degli spettacoli così si esprimeva: - Fiducioso che pur tra l'assillante grigiore della vita quotidiana nessuno rinunzi ad elevarsi alle soddisfazioni dello Spirito... -.
Per tale frase il 19 febbraio 1931 fu proposto per il confino, ma non essendo stato trovato in condizioni di salute tali da poterne sopportare il regime, i provvedimento dell'ammonizione in atto fu ritenuto sufficiente per impedirgli qualsiasi tentativo di ripresa di attività sovversiva.
Nel 1937 fu sospettato di aver diffuso nel comune di Mazara del Vallo manifesti sovversivi: fu perciò sottoposto a perquisizione domiciliare, ma con esito negativo.
Costituì una società sotto il nome di - Florio e compagni -, che morì sul nascere, dopo il suo fermo. Da un biglietto sequestrato ad un certo Francesco Gambino, proveniente da Tunisia e poi ammonito, risulto che il Bilardello era in contatto con gli ambienti antifascisti della Tunisia con i quali organizzava l'espatrio clandestino di sovversivi residenti in Italia.
Al termine del periodo di confino fu disposto che rimanesse internato per la durata della guerra.

(b. 116, cc. 121, 1931, 1939-1942).


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Questa scheda è tratta da "Il popolo al confino" di S. Carbone e L. Grimaldi (Archivio Centrale dello Stato), inserito nel libro "Salvatore Lilibeo Bilardello - Antifascista da non dimenticare" di Gaspare Li Causi - Edizioni Il Vomere, 2009

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