NINO BELLIA:
Nasce ad Erice il 4 ottobre 1938
Muore ad Erice il 3 gennaio 2013
Archivista presso l'allora Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Erice, poi giornalaio, Antonino Bellia - per tutti Nino - univa alle proprie occupazioni una passione per il palcoscenico istintivamente sentita e intimamente vissuta, secondata per decenni con sacrificio ed amore consapevole. Insieme con Vincenzo Adragna (presidente) e Pietro Salerno (regista) ed altri amici, fu fondatore nei tardi anni Cinquanta del secolo scorso della Compagnia di prosa Chiddri d"a Trastula d"u Munti. Successivamente fece parte de "La Zattera di Babele", diretta da Mino Blunda.
Si trattasse di canovacci del teatro dialettale, di classici del teatro greco e latino o di opere contemporanee - a suo agio sia in ruoli comici che in quelli drammatici -, ogni messa in scena trovava in Nino Bellia un interprete che sapeva immedesimarsi nei personaggi resi umanamente credibili, come è proprio dei grandi interpreti. Diceva di sé d'aver studiato alla "Scuola degli uomini vecchi e saggi", sua Maestra era stata "l'esperienza della vita". Fu con quella - associata al sudore del palcoscenico - che diede corpo, voce riconoscibile e gesto misurato alle miserie e alle grandezze dei "suoi" personaggi. A teatro, come nella vita, fu portatore di un sorriso aperto col quale trasmetteva ora candore o arguzia, ora calore o disincanto. "Quel sorriso, solo un po' velato di stupefatta incredulità, ricordano i tanti che ebbero il privilegio di averlo per amico".
OPERE NELLE QUALI HA RECITATO:
RANCUGGHIA, Canovaccio anonimo
I CAVALIERI di Aristofane
A PACI di Aristofane
A TRUVATURA di V. Adragna
CURCULIUNI (da Curculio) di Plauto
I SETTE A TEBE di Eschilo
PAPA' LORI DEI PALLONCINI di R. Zago
CIVITOTI IN PRETURA di N. Martoglio
FLORESTO di G. Tranchida
CCA' E DDA' 'NTA CIVITA di N. Martoglio
U RINNOVU, brani di AA.VV.
LAUDA DI LA NATIVITATI di Anonimo
CARNALIVARI, Brani carnevaleschi
LA FAVOLA DEL FIGLIO CAMBIATO di L. Pirandello
U PICCIRIDDU DAVANTI U SIGNURI di Anonimo
RECITAL PER LA SAGRA DELLA BIBBIA, Brani diversi
RECITAL A ROVERETO, in occasione del gemellaggio ERICE-ROVERETO
HANNO DETTO DI LUI
«Seppure da laico, non ho mai condiviso quella che è ormai divenuta per me pessima abitudine, di applaudire in chiesa durante i funerali o, anche fuori, lungo i cortei funebri. Ciò mi sembra una volgare esteriorizzazione di un sentimento, certamente di sincera comunanza, ma che, proprio in quanto sentimento, andrebbe interiorizzato. Soprattutto quando a morire, spesso per mano assassina e vigliacca, sono i servitori dello stato, credo che sarebbe più pertinente che l'Italia si raccogliesse in silenzio nel pensiero di tali contemporanei eroi. Solo in un caso concedo che si possa - forse si debba! - applaudire. Quando a lasciarci è un uomo di spettacolo, soprattutto un attore. E Nino era… è un attore. Un attore vero».
(Giovanni Barbera, «Elogio» pronunciato il 4 gennaio 2013, al termine del rito funebre svolto nella Chiesa Matrice di Erice. La gente che affollava il tempio ha tributato a Nino Bellia, «nella sua ultima uscita di scena» un lungo, caloroso applauso, ndr).
«(…) Nino Bellia se n'è andato a 74 anni nel primissimo pomeriggio del 3 gennaio, ad anno appena iniziato, lasciando affranti i familiari e gli amici che a centinaia, in lacrime, hanno affollato ieri pomeriggio la Chiesa Madre per il rito religioso e l'ultimo saluto. Ad Erice Nino ha sempre donato tutto se stesso (…); la passione per l'impegno civile e la politica con un mandato da consigliere comunale con una lista civica tutta ericina; il suo incredibile e innato talento artistico messo a frutto prima con la storica compagnia «Chiddi d"a Trastula d"u Munti» e poi con «La Zattera di Babele». La sua comicità - sulla scena come nella vita - era irresistibile, travolgente. Mai becera o volgare. Piuttosto una versione pervasa di ironia disincantata, un po' surreale, fanciullesca e insieme chiaroveggente, pungente ma senza vera cattiveria, di quella che qui chiamano «cagnaria». Sul palco era efficacissimo, conosceva molto bene l'arte raffinata di far ridere, ma anche quella di commuovere. Sapeva che il teatro è un gioco molto serio in cui per trasmettere emozioni bisogna prima di tutto emozionarsi per davvero. E lui si commuoveva, sempre. E aggiungeva alle sue interpretazioni un non so che di astratto che rendeva la sua presenza sempre, per dirla in una sola parola, poetica.»
(Piervittorio Demitry, «Bellia, talento artistico e impegno civile», LA SICILIA 5 gennaio 2013).
GALLERIA FOTOGRAFICA
Nino Bellia in alcune foto di scena
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