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MARCELLO BARBATA

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MARCELLO BARBATA:

Nasce a Paceco il 6 Luglio 1909
Muore a Paceco il 26 Agosto 1993

Marcello Barbata nacque il 6 luglio del 1909 a Paceco, dove erano nati i suoi antenati; figlio di un maestro sarto, Alberto, discendente da una famiglia di contadini di origine greco-albanese di Mezzojuso, trapiantata nella città di Erice a metà del secolo XVII e successivamente scesa a valle, a Paceco, nel 1720, avendo ottenuto una terra a censo enfiteutico dal cavaliere Giovan Battista Fardella di Torrearsa. Alberto, autodidatta, cultore del teatro-filodrammatico, accanito lettore, possessore di una discreta biblioteca, aveva fondato, insieme al cognato futuro Sindaco e Senatore della Repubblica, cooperatore Pietro Grammatico, nel 1901 la prima sezione del Partito Socialista Italiano, con l'apporto anche di un gruppo di compagni contadini ed artigiani fra i quali spiccavano figure eccezionali quali Sebastiano Basiricò e Giacomo Spadola. Le ascendenze di Alberto erano lunghe e risalivano a parentele colte,quali i Majali e i Basiricò, fino ad arrivare al padre, Marcello, che aveva combattuto nella Terza Guerra d'Indipendenza per l'Unità d'Italia, decorato per atti di valore, "Benemerito dei Savoia" . La famiglia, ridotta in ristrettezze economiche, affiderà il giovane Marcello alle cure del più grande sarto della Trapani degli anni venti del novecento, il maestro Vito Morana che aveva sposato nel 1914 Margherita Fornaro, appartenente ad una famiglia di celebri sarti ed imparentata con i più celebri, gli Anzaldi. In quella bottega, in piazza del Purgatorio, il giovane Marcello farà crescere le sue capacità tecniche insieme al suo amico e compagno di lavoro, Vincenzo Fardella. Dopo aver compiuto i suoi doveri di cittadino, a Firenze e Lucca, nel 1930-31 nella 7° Compagnia della Sussistenza, Marcello diventerà dal 1938 al 1940 Amministratore della Cassa Rurale ed Artigiana. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Marcello sarà chiamato a combattere e sarà destinato in Africa, in Cirenaica, a Giovanni Berta. Dalla Libia sarà, successivamente, destinato nella Sicilia Orientale, a Modica e Ispica, fino allo sbarco degli Alleati, nel luglio del 1943. Sbandatosi come tanti altri soldati, ritornerà a casa, a piedi lungo il versante sud orientale, attraverso una Sicilia distrutta dai bombardamenti.
Nel dopoguerra Marcello si dedicherà alle attività di assistenza degli artigiani, fondando insieme ad altri il Circolo Enal Artigiani che diresse come Presidente per diversi decenni, ricevendo un attestato di "Benemerito dell'Enal" per la lunga attività svolta in loro favore.
Il 27 maggio 1956 si votò per la III^ Legislatura Comunale e Marcello Barbata da indipendente venne eletto Consigliere Comunale per la Lista n. 1 presentata dal PCI -PSI che si presentava con la dicitura Libertà ai Comuni e libro aperto "Statuto Siciliano"e che ottenne ben 3320 voti (Blocco del Popolo). All'interno di questa Legislatura, dal 30 giugno 1957 , Marcello Barbata fece parte come Assessore della Quinta Amministrazione di Sinistra, in qualità di Assessore al Patrimonio ed alla Pubblica Istruzione. Di questa amministrazione vi fece parte come figura eminente il giovane geometra Bartolomeo Pellegrino, futuro parlamentare socialista, pupillo in quel tempo del Senatore Grammatico, che era ritornato da Roma ed aveva ripreso la sua carica di Sindaco che in un primo tempo aveva lasciato nelle mani del fidato Antonino Valenti.

Dal 1955 e per ben due anni si era parlato sui giornali e precisamente su "Il Corriere di Paceco", di una possibile fondazione di una Biblioteca Pubblica e di questa notizia era portavoce il giovane filosofo Rocco Fodale, anima dei giovani del paese, estimatore da sempre del sarto Marcello Barbata, parente della sua famiglia.

In pratica trascorsero altri due anni dagli annunci sui giornali locali. Ma certamente "la testa degli artigiani era molto più pratica di quella dei cosiddetti intellettuali". La intellighenzia locale che faceva parte del consesso civico prendeva tempo ed aspettava la manna dal cielo. Bisogna riconoscere che a volte il caso o il destino fa incontrare due persone che riescono e sanno unire le loro forze, fatte di volontà e di desiderio; un burocrate intelligente e laborioso come il segretario rag. Nino Maugeri ed un artigiano intelligente e autodidatta, don Marcello Barbata, che non aveva avuto nella sua vita la possibilità di potere studiare, ma era stato sempre vicino ai suoi amici studenti e che come raccontava lui stesso, andando a Trapani a lavorare dal suo Maestro, il celebre sarto Vito Morana, sul treno era solito far ripetere le lezioni agli studenti suoi compaesani. Il Barbata che a casa aveva molti libri e che li prestava ai suoi colleghi artigiani, figlio di un sarto celebre di Paceco, Alberto Barbata, fornito di una vasta libreria, invogliò il segretario Maugeri ad operarsi sollecitamente presso la Soprintendenza alle Biblioteche della Sicilia Occidentale (allora non esistevano le Soprintendenze provinciali in Sicilia) al fine di farsi aiutare per la istituzione della Biblioteca Comunale a Paceco. Così entrarono entrambi in contatto con la dott.ssa Angela Daneu Lattanzi, Soprintendente, studiosa eccelsa della storia della miniatura in Sicilia, divenuta poi docente di biblioteconomia e bibliografia generale presso la Università degli studi di Palermo. La Daneu in quegli anni cercava di far istituire dalle Amministrazioni Comunali più Biblioteche popolari possibili per incrementare la cultura e la lettura in Sicilia. La Daneu, socia benemerita dell'Associazione Italiana Biblioteche, amica di illustri studiosi del mondo delle biblioteche, come Francesco Barberi, animatrice instancabile della vita culturale della Palermo degli anni sessanta, subito si interessò e fornì al Comune un modello tipo di Statuto
- Regolamento per la fondazione della nuova Biblioteca di Paceco. E così si arrivò alla famosa sera del 17 novembre 1957 in cui si istituì la nuova biblioteca di Paceco.

In Consiglio Comunale la deliberazione n° 106 del 17 novembre 1957. Oggetto: "Istituzione della Biblioteca Comunale e approvazione del relativo Statuto - Regolamento". rimarrà indimenticabile:
"Alle ore 16.40, nel palazzo comunale e nella sala consiliare aperta al pubblico sono presenti i seguenti consiglieri: Valenti Antonino (Sindaco), Pellegrino Bartolomeo, Forte Donato Antonio, Barbera Francesco, Culcasi Giuseppe, Rimpici Salvatore, Licari Giuseppe, Barbiera Pietro, Ditta Vincenzo, Valenti Vincenzo, Palmeri Giuseppe, Coppola Giovanni, Pellegrino Salvatore, Badalucco Giuseppe, Planeta Vincenzo, Barbata Marcello, Caronia Salvatore, Genovese Vincenzo. Assenti: Grammatico On.le Pietro, Novara Gaspare, Barbara Biagio, Alestra Vincenzo, Trapani Gaspare, Catalano Giuseppe, Vacatello Francesco, Bologna Salvatore, Fodale Rocco, Di Vita Leonardo.
Apertasi la discussione, il consigliere signor. Marcello Barbata, assessore alla Pubblica Istruzione, espone:
"Signori consiglieri, in merito alla istituzione di una biblioteca comunale a Paceco, mi è d'obbligo portare in questa Assemblea delle chiarificazioni.
Sappiamo tutti che è parecchio che si parla di biblioteca, ma è ovvio che non si poteva fare una cosa sul colpo.
L'Amministrazione comunale, consapevole di tanta importanza, ha studiato a lungo il problema, sia come locali, sia come attrezzature.
C'è un preventivo di spesa per riattivare un locale delle scuole vecchie da destinare a sede provvisoria della biblioteca.
Per i libri la cosa è un po' più ardua, ma sarà risolta in parte anche questa.
L'interessante è dare il primo colpo di manovella: tra stanziamenti annuali del Comune, fra donazioni di privati noi speriamo di arricchire man mano questa nostra biblioteca.
Paceco che non vanta purtroppo una grande tradizione letteraria, avrà il suo centro di cultura, ora che specialmente sono molti i giovani che studiano ed i lavoratori che hanno il desiderio di elevarsi con le letture.
Non mi resta altro da dire che l'approvazione della istituzione della biblioteca comunale e del suo Statuto-Regolamento, segnerà una pietra miliare nella Storia della nostra cittadina".
Nessun altro chiedendo la parola, il Sindaco Presidente pone senz'altro ai voti per appello nominale la sopra trascritta proposta deliberazione.
Tutti i consiglieri rispondono "sì" e quindi il Sindaco Presidente - con l'assistenza dei consiglieri Genovese, Barbata e Caronia, accerta l'esito della eseguita votazione e proclama che la proposta è approvata e la deliberazione adottata con i voti unanimi dei diciotto consiglieri presenti e votanti."

Ma quando si dice che il diavolo ci mette la coda!
Più volte l'assessore Barbata sollecitò il sindaco senatore Pietro Grammatico ad inaugurare la nuova Biblioteca che intanto era stata fornita di scaffalature e libri da parte della dott.ssa Daneu. Anche i locali, scelti presso le cosiddette Scuole Vecchie, in via Torrearsa, erano pronti. Ma il senatore che era tornato intanto da Roma, prendeva tempo e non si decideva. E così passarono alcuni anni ed intanto le cose della politica a Paceco stavano cambiando. Il Senatore arrivò alla fine della sua legislatura e nel 1960 le cose cambiarono. Il Sindaco, ormai invecchiato, si ritirò dal mondo della politica e si arrivò alla esperienza "milazziana" che consentì all'avvocato Giuseppe Catalano, di divenire finalmente primo cittadino del paese. E così qualcuno, più furbo dei socialisti pacecoti, suggerì al Catalano di aprire al pubblico la biblioteca, anche per ragioni di immagine e di apertura ai giovani del paese.
Così i socialisti rimasero con la bocca asciutta e non furono neanche invitati all'inaugurazione. D'altronde il Catalano ed i suoi amici si sentivano i prescelti al mondo della cultura, lontani come erano dal mondo ruvido degli artigiani socialisti.
Così nel 1962 si aprì al pubblico per due ore al giorno la Biblioteca ed iniziò l'avventura grande e bella di una istituzione che è stata ed è l'orgoglio del paese, a cui hanno collaborato tanti personaggi. Ma rimane tuttavia opera prima di un bravo artigiano che era stato l'espressione della vita sociale più vera del paese.

Marcello Barbata morì il 26 agosto del 1993 nella sua casa in via Montalto 35 - aveva sposato il 14 settembre del 1941 Antonina Tosto D'Aleo dei Martorana Rallo detta Antonietta, anch'essa sarta che lo aiutò per una intera vita.
Aveva conseguito la licenza della Sesta Elementare che in quel tempo era come una specie di Licenza Media. Non volle mai posti e prebende che gli furono offerti da alcuni amici come riconoscimento per le sue capacità tecniche e culturali. Ebbe sempre come principio di vita il rispetto sacerdotale della sua professione di maestro artigiano. Il suo libro più amato è stato "I Miserabili" di Victor Hugo. Ogni anno per il suo compleanno il figlio gli donava una edizione diversa di questo grande capolavoro. La edizione più antica da lui posseduta era appartenuta al padre e che lui aveva rilegato con le sue mani. Nella sua casa si prestavano agli artigiani i romanzi più celebri della letteratura francese e russa. Il suo ultimo libro letto è stato "La storia" di Elsa Morante.


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Questa scheda è stata redatta dal figlio Alberto Barbata

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